Sempre più giovani appassionati di musica, di propria iniziativa o sostenuti dai propri genitori, si trovano a scegliere una scuola di musica per imparare a suonare o cantare. Molto spesso, però, né i ragazzi né gli adulti hanno le competenze musicali necessarie per individuare la scuola più professionale o idonea alle proprie esigenze e questo è assolutamente comprensibile. Ecco perché con questo articolo vorrei provare a esservi d’aiuto dandovi qualche consiglio sugli aspetti fondamentali da prendere in considerazione per scegliere una scuola di musica, secondo la mia modesta esperienza.
È inutile dire che la scelta della struttura è fondamentale, ma altrettanto importante è saper valutare il singolo insegnante che ci verrà assegnato. Entrambi i fattori sono estremamente importanti, e vi spiegherò il perché.
Scegliere la Scuola di Musica
Nella scelta della scuola, il primo fattore da considerare è la proposta didattica. Le scuole più serie mettono a disposizioni vari programmi didattici, in base alle esigenze del singolo allievo, il che vuol dire che prima dell’iscrizione verranno illustrate tutte le possibilità e deciso un indirizzo da far prendere al corso. Molte volte, per dare una panoramica temporale più lunga il programma viene strutturato in più anni, in modo da poter capire come si intendono sviluppare i vari argomenti.
Il secondo fattore è l’ambiente scolastico stesso. In questo caso parliamo sia della struttura in sé – l’accoglienza degli spazi, la qualità degli strumenti musicali e delle attrezzature messe a disposizione degli allievi – sia dell’aria che si respira, ovvero se ci sia la possibilità di confrontarsi con ragazzi più bravi, di trovare amici, compagni di studio, e anche musicisti con cui iniziare delle collaborazioni. Più un ambiente è professionale, più sarà scelto da musicisti in gamba e questo contribuirà a rendere l’ambiente ricco, stimolante e fertile sia sul piano professionale che su quello umano. Inoltre, le scuole migliori organizzano tipicamente anche seminari con professionisti ed eventi musicali didattici.
Il terzo fattore, un po’ controverso, è costituito dalle esibizioni. Si tende spesso a puntare principalmente sull’esibizione di fine anno, facendola di fatto diventare lo scopo stesso del percorso di studi annuale. Non è sbagliato enfatizzare questo momento e voglio sottolineare che mettere gli allievi di fronte a un pubblico è certamente importante, ma non può essere l’obiettivo primario: se l’allievo è stato preparato al meglio dall’insegnante durante l’anno, l’esibizione finale servirà semplicemente a mostrare al pubblico quello che ha imparato.
Scegliere gli insegnanti
Come si può capire se un insegnante è valido o meno? Dall’esterno non è sicuramente semplice, ma ci sono dei fattori oggettivi che vi consiglio di prendere in considerazione.
Per prima cosa, ci si può informare sulla sua formazione. Gli insegnanti diplomati in conservatorio o strutture parificate, generalmente sono più preparati.
È vero che ci sono musicisti autodidatti fenomenali dal punto di vista tecnico, ma è probabile che abbiano meno competenze teoriche. Anche se un musicista eccellente e preparato non è automaticamente un buon insegnante, in linea teorica – e statisticamente – è meglio preferirlo a un autodidatta.
Una seconda cosa da tenere in considerazione è il grado di autonomia e coscienza che conferisce all’allievo. Passo dopo passo, è importante che l’insegnante prepari lo studente ad affrontare studi e spartiti da solo, facendolo sempre ragionare sul perché dell’importanza degli argomenti che si affrontano. Ad esempio, non serve a niente eseguire uno studio perfettamente se non viene spiegato che quello studio servirà per lo sviluppo di una certa tecnica, perché è fondamentale avere chiaro lo scopo ogni volta che si studia. Parlate con il vostro futuro insegnante, e cercate di capire come imposta la propria didattica per capire se si focalizzerà più sui singoli studi o sulla tecnica più in generale.
Non ultima, va valutata la disponibilità dell’insegnante. Di sicuro, soprattutto all’inizio, non si può passare la lezione a chiedere il perché si affronti un argomento piuttosto che un altro oppure essere troppo “insistenti” con richieste di varia natura. Ma quando le competenze aumentano e maturano, le lezioni dovrebbero consentire all’allievo anche alcuni momenti di confronto con l’insegnante. Più l’insegnante è disponibile a dare spiegazioni, a chiarire dubbi in merito agli studi o a offrire delle proprie opinioni personali, meglio sarà per gli allievi –sempre senza uscire dal seminato! In fase di colloquio iniziale con l’insegnante, non sarà difficile cogliere se sia una persona disponibile al dialogo o meno.
Secondo la mia modesta esperienza, questi sono i fattori fondamentali che consiglierei a tutti di tenere in considerazione nella scelta di una scuola di musica. Ce ne sono molti altri – ad esempio l’offerta di certificazioni ufficialmente riconosciute al termine degli studi, la presenza di workshop speciali, o più semplicemente la capacità organizzativa della segreteria – ma se vi sarete assicurati della bontà dei 6 punti che abbiamo visto, tutti gli altri diventeranno minori.
Ciò detto, per valutare l’importanza di ciascuno dei sei fattori è importante partire dallo scopo per cui si inizia a suonare e dall’età in cui lo si fa. Con tutta probabilità un bambino in tenera età non potrà confrontarsi con l’insegnante e il programma didattico per lui non sarà mai troppo “rigido”, mentre altri fattori quali un ambiente sereno e amichevole e un insegnante a cui piaccia insegnare ai bambini saranno fondamentali.
Vi invito, inoltre, a considerare anche la differenza di approccio tra lezioni private e la frequentazione di un’Accademia, che deve sicuramente tenere conto anche di molti fattori e delle vostre esigenze familiari. Tuttavia, il continuo confronto tra team di insegnanti, l’ampia offerta di proposte formative quali workshop, concerti e i numerosi momenti di confronto con diversi musicisti, permetteranno allo studente di disporre ampiamente delle competenze di tutti i professionisti coinvolti e di arricchire al meglio il suo percorso e il suo bagaglio di conoscenze.
I fattori che ho indicato vanno quindi ponderati e adattati ai diversi casi concreti, ma rimangono dei buoni spunti per guardare nella direzione giusta ed evitare scelte sbagliate.